SESSUOLOGIA

Come affrontarne le problematiche

Sessuologia

Parlare dei problemi sessuali non è facile. La vergogna e l’imbarazzo costringono molte persone a convivere con disturbi che sarebbero facilmente risolvibili, e che li costringono a vivere la sessualità in maniera insoddisfacente per se stessi e per il partner.

Uno psicologo che si occupa di sessuologia aiuta i propri pazienti a prendere consapevolezza delle loro difficoltà, aiutandoli dal lato psicologico a ritrovare una sessualità piacevole e appagante, come normalmente dovrebbe essere.

Sessuologia: di cosa si occupa e chi è il sessuologo

La sessuologia è lo studio scientifico del sesso e della sessualità: il professionista che lavora in questo settore è conosciuto come sessuologo. In generale, il sessuologo fa parte di un gruppo eterogeneo di medici che provengono da background scientifici: ogni sessuologo studia il sesso all’interno della disciplina in cui è specializzato.

La sfera sessuale è molto complessa e la sua analisi comporta lo studio di fattori biologici, psicologici e sociali. È solo fondendo le informazioni acquisite dalle varie prospettive che il sessuologo giunge a una comprensione completa della sessualità del paziente, dal suo normale sviluppo sessuale a eventuali patologie.

Tornando alla sessualità affrontata in ambito psicologico, il sessuologo affianca il paziente con problemi sessuali, quali ad esempio le problematiche del desiderio e dell’eccitazione maschile come l’eiaculazione precoce e l’ansia da prestazione, le problematiche del desiderio e del piacere femminile come il vaginismo.

Benché si tratti di disturbi che possono influire pesantemente sulla vita di una persona, arrivando a procurargli una vera e propria difficoltà a relazionarsi con le altre persone, spesso la soluzione al problema è molto più semplice e rapida di quello che si pensi.

Il sessuologo nel trattamento dell’eiuaculazione precoce

L’eiaculazione precoce è una condizione in cui il maschio raggiunge l’apice del piacere troppo presto, privando entrambi i partner del divertimento e del godimento vissuti durante l’atto sessuale.

Il maschio che soffre di eiaculazione precoce si sente insoddisfatto sia a livello personale, sia per la paura di non riuscire a soddisfare la propria partner.

Non esiste, in realtà, un tempo limite che possa far distinguere fra un normale rapporto e un problema di eiaculazione precoce. In generale, i medici sono concordi nel ritenere che gli uomini che eiaculano entro due minuti dalla penetrazione soffrono di eiaculazione precoce. Questo valore è assolutamente indicativo: il rapporto sessuale è un evento intimo e personale e ogni coppia può trovare i propri tempi e i propri modi per provare piacere.

Non tutti sanno, infatti, che oltre il 50% della popolazione maschile, indipendentemente dall’età, eiacula entro due minuti dalla penetrazione e, soprattutto, che non tutte le donne sono insoddisfatte di questa tempistica.

Chi soffre di eiaculazione precoce vive un profondo senso di malessere, che incide sulla fiducia personale, e che arriva a danneggiare la sua qualità di vita: se ti senti inadeguato dal punto di vista sessuale, questo causerà sicuramente ansia, preoccupazione e vergogna.

Gli studi hanno dimostrato che, normalmente, la causa di eiaculazione precoce è legata a fattori sia fisici che psicologici. Per questo, se pensi di soffrire di eiaculazione precoce, non esitare a parlarne con il tuo medico di fiducia, che saprà indirizzarti verso i giusti specialisti per affrontare il problema alla radice. Un consulto con un sessuologo ti aiuterà a ritrovare fiducia in te stesso, e a vivere la sessualità in maniera più spensierata e soddisfacente.

Ansia da prestazione

Il sesso è più di una semplice attività fisica: coinvolge il corpo ma, soprattutto, le emozioni. É per questo che, quando la mente è troppo stressata per concentrarsi sul sesso, il corpo ha difficoltà a eccitarsi.

Il problema può derivare da preoccupazioni diverse: magari hai paura di non essere abbastanza bravo a letto e di non soddisfare la tua partner o pensi di avere un corpo inadeguato, oppure hai timore di non essere sufficientemente dotato.

Tutte queste cose, soprattutto se associate a assunzione di alcool, fumo o stupefacenti, possono indurre il tuo corpo a rilasciare ormoni dello stress, come epinefrina e noradrenalina, creando uno stato d’ansia che ti impedisce di eccitarti durante il rapporto.

L’ansia da prestazione può assumere diversi aspetti, poiché ogni persona risponde allo stress e all’ansia in modo differente: eiaculazione precoce, incapacità di raggiungere l’orgasmo fino alla perdita di interesse per il sesso.

Avere, saltuariamente, un’esperienza sessuale deludente è perfettamente normale e i sintomi occasionali di disfunzione erettile o di ansia da prestazione non sono di solito motivo di preoccupazione.

Tuttavia, gli uomini possono focalizzarsi su questo evento considerandolo un fallimento. Ciò potrebbe portarli ad essere in ansia per l’attività sessuale in futuro e questa ansia può far peggiorare la disfunzione erettile. L’ansia da prestazione può diventare un vero e proprio circolo vizioso da cui è difficile uscire senza un aiuto da parte di un sessuologo.

Invece di concentrarsi sul risultato negativo, può aiutare l’identificare quale fattore di stress o preoccupazione ha influenzato i sintomi della disfunzione erettile: spostare l’attenzione sulla causa piuttosto che sui sintomi, può aiutare una persona a ridurre lo stress.

Molti uomini con ansia da prestazione rivivono mentalmente i loro fallimenti sessuali e si preoccupano costantemente dell’opinione del loro partner quando, invece, è opportuno concentrarsi sulle sensazioni: concentrarsi su ciò che sentono le mani o su ciò che vedono gli occhi può aiutare un uomo a bloccare i pensieri negativi sulla performance.

Vaginismo

Il vaginismo è il prototipo della patologia del dolore sessuale nel quale intervengono sia fatttori psicologici (la fobia della penetrazione) la reazione organica di difesa (lo spasmo della muscolatura dell’introito vaginale) e complicate dinamiche relazionali e di coppia. Il vaginismo può essere di tipo primario (life-long) o secondario, generalizzato (precludendo ogni tipo di penetrazione vaginale anche del dito o di un oggetto) o situazionale (la donna può tollerare per esempio l’introduzione di un tampone vaginale ma si irrigidisce creando un muro nella previsione dell’entrata del pene).

In molti casi però la donna affetta da vaginismo può essere del tutto in grado di eccitarsi sessualmente, di lubrificarsi, di provare orgasmi attraverso una stimolazione orale e manuale.

Il vaginismo può essere causato da una risposta condizionata appresa, associando qualsiasi tipo di evento negativo all’atto di penetrazione vaginale o da un’influenza negativa esercitata ad esempio da un’educazione religiosa eccessivamente rigida o da messaggi negativi trasmessi nell’infanzia sugli umori e sull’atto sessuale in genere.

Un attento lavoro psicoterapeutico saprà far breccia nelle resistenze patologiche più profonde, rimuovendo la riluttanza fobica associata alla penetrazione e facendo acquisire alla donna affetta da vaginismo una consapevolezza e un’armonia maggiori con il proprio corpo sia a livello sensoriale che emotivo, salvaguardando e dando nuova spinta al vissuto sessuale e relazionale precedentemente impoverito dal disturbo.